Frase della settimana

"Le falesie xe la sagra dell' illogico"
T.Gigio

lunedì 28 gennaio 2013

Parte 2 "Domande e (forse) Risposte"


1030 “Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo.”

                                                                          Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1920-1965

Il Purgatorio

La strada lastricata di ciottoli di fiume tondi e lisci, usurati dal tempo e da infiniti passi, si arrampica ripida, con continui tornanti su per i fianchi della montagna. Non si sa bene dove vada a finire e neanche chi l'abbia costruita; questa strada così... così... perfetta. Queste sono le domande che ogni tanto passano per la testa delle persone che la percorrono.
 Ora, se noi osservassimo da lontano, con gli occhi di un gufo in volo alla ricerca di qualche preda, potremmo scorgere una figura un po' ambigua, che sta camminando, anzi direi arrancando su per questa strada come se avesse un fardello pesantissimo da portare sul groppone.
 Due colpi di ali e possiamo osservare meglio. Da vicino la figura prende forma: un cappellino stile baseball color rosa con la parte posteriore fatta di rete e sul davanti una scritta: Baxi e Abraxi. Maglietta polo anch'essa rosa con una grande “ A “ disegnata sulla schiena, tra l'altro un po' corta  tant'è che si vede bene la prominente pancia spuntare tra la maglietta e i pantaloni e che va ad affossarsi sull'enorme fibbia della cintura Amaro e Cagotto. Cintura che dovrebbe sostenere dei bei jeans un po' fintousurati e con due belle ali d'angelo stampate in corrispondenza del fondo schiena. Le scarpe da ginnastica nuove fanno a gara con i ciottoli per il candore. Nel frattempo gli occhiali da sole della Gusci si bagnano continuamente di sudore che cola copioso dalla sua fronte a causa della fatica. Ogni tanto se li toglie per pulirli e così possiamo vedere gli occhi, arrossati e incazzati. Come un mantra si sente ripetere “ Ma che cazo ghe fazo qua, porco … ! Iero coi muloni a bever spritz fin do minuti fa.! Cosa go de far tuta sta fadiga deso, ma dove son finì?!” Noi voliamo sempre più vicino finché costui se la prende anche con noi “ Ciò cocolo, cos'te rompi?! Svola de n'altra parte”.
Povero individuo, non sa cosa gli aspetta.
 Nel frattempo il paesaggio cambia e si fa sempre più glaciale. Le pareti della montagna, piene di guglie e pinnacoli ma ripide e scoscese sono oramai ricoperte di neve, qua e la spunta qualche macchia verdastra di ghiaccio vivo. Delle nuvole filano leggere lungo i fianchi della montagna sospinte da un pungente venticello che non si risparmia di trasportare tanti pungenti cristallini di ghiaccio. Nel frattempo (quanto nessuno lo sa)  il nostro individuo sta per arrivare in cima. Oramai le scarpe sono ridotte quasi a brandelli e non conservano più niente del candore iniziale, i ciottoli invece sono estremamente candidi, sempre uguali, immutati nel tempo e nella forma.
Ancora un tornante e il nostro amico scorge un grande cancello di legno scolpito ed intarsiato con strane figure, sostenuto da due colonne e da una volta di ghiaccio con il colore che varia dal verde smeraldo al blu più intenso come di profondità marine infinite, passando per il bianco lucido, quasi argenteo nel quale ci si può anche specchiare. La strada termina proprio davanti a tal portone. Alla destra la parete sale verticale,compatta e glaciale; ad un metro da terra due minute porticine di legno grezzo che probabilmente tramite qualche galleria portano nelle viscere della montagna. Alla sinistra del Portone di Ghiaccio invece il vuoto più impressionante, tanto spaventoso da far torcere le budella, ed è proprio su questo vuoto che si protende un pulpito sul quale si trova seduta una strana figura!
Avvicinatosi ad essa il nostro improvvisato escursionista, mentre riprende fiato, osserva: Barba e capelli lunghi, color argento. In testa calcato un berretto di lana color arancione acceso che essendo un po' lungo sta un po' afflosciato,  tunica bianca che gli arriva alle ginocchia e cosa più strana un paio di scarponi da sci.. Cosa ancora più strana, a fianco della sdraio verde con pois arancione, sulla quale sta disteso questo personaggio, si vedono infissi nella neve un paio di sci belli larghi ( probabilmente 110 sotto lo scarpone) con annessi bastoncini. Sulla faccia di questo individuo si intravede un sorriso, un po’ celato da un bel paio di occhialoni da sole con la lente a specchio color Blu.  Al che il nostro personaggio fa un sorriso ed esclama “ Ha, bel scherzo ciò, i me ga indormenzà e i me ga porta sul Zoncolan. Solo perché no gavevo bale de vignir a impetesarme fina in montagna i me ga portà de forza. Ma iera un fià diferente l'ultima volta, no me pareva cussì alto. (pausa) Ciò mulo, te capissi el triestin? Ara che mi no parlo furlan e anche talian 'ssai poco?!”
Risposta: “ Salve mio caro, ovvio che so parlar triestin cocolo, mi parlo tute le lingue del pianeta. Comunque me par che zo a ponziana no i ve insegna le bone maniere. Mi son Pietro! Ti come te se ciami?”
“Ah, scusa ciò, no ciapartela, ma zerca de capir, iero coi muloni a bever sprizeti al caldo e de colpo me trovo qua in montagna, comunque mi son Pierluigi, scolta che te chiedo, no semo sul Zoncolan, vero?”
Pietro “ Eh no, sa come xe, no me ga mai piasso tanto quel logo, xe tropo drito, poca pendenza e po xe poche babete, solo famigliole coi fioi pici che ziga. Ma scusa, qua semo ale porte del Paradiso, no i te ga dito zo all' inizio del sentier?” l'individuo si guarda un po' attorno spaesato e di colpo uno strano pensiero gli passa per la testa
“ Come scusa, vuoi dire che... cosa semo... ma come! Mi iero coi... “
“ Si coi muloni, go capido che te ieri bever spritz, ma ala partenza nisun te ga dito dove te ieri e dove te stavi andando?Scusa ma te ga visto una forte luce bianca e dopo te se ga trovà in un prà bel verde col fiume in mezo prima de imbocar sta strada? ”
 “ E no, no so, cioè si, iera sto prà e ghe iera anche do de lori, però no i me ga visto, i iera dall'altra parte del fiume. Pensa che mone, i stava zercando de rampigarse su un scoio alto forsi qualche metro, el bel iera che i provava da la parte più dificile, cioè dove che butava in fora, de drio iera come 'na scala, iera sai mone me par!”
Pietro “ Ah, savevo mi, da quando el capo ghe ga molà un pochi de scoi ai muli dell' Ufficio Accettazione noi fa più ben el suo lavor, i pensa solo a rampigar! Ma sa nei tempi morti no i gaveva cosa far! Va ben dei, scolta là xe do porte, ciol quela de sinistra e bon divertimento!”
“ Ma come scusa, sta qua granda no xe la porta del paradiso??!”
Pietro lo guarda con occhio sospetto ed esclama: “ Si, ma no xe ancora per ti! Te ga qualche aneto de purgatorio de farte, qua xe le carte e no se discuti!”
“ Ciò ma come, cosa xe sta storia, come saria purgatorio? Cosa xe po sta roba?”
Lo sguardo di Pietro si posa sconsolato su questo indifferente individuo e consultando prima le carte e poi di nuovo Pierluigi gli risponde gentilmente: “ Varda, non son mi che decido, dalle analisi risulta che in vita non solo non te ga espiado le tue colpe precedenti ma te ghe ne ga acumulade altre... speta speta ara che i ga sbalià i conti, inveze de 100 anni te tocasi... 120! Bon dei dopo ciamo l'UCP (Ufficio Controllo Purificazioni)  e ghe notifico el sbalio, se vedi che con sto fredo se ga formà ben le mega cascatone e ghe sarà rivade le picche nove, scometo che i gaveva sicuro de provarle... no so mi dove finiremo se andemo vanti de sto passo!!”

Di colpo in lontananza si vede arrivare una figura a passo quasi di corsa, scalzo e con sci e scarponi attaccati allo zaino. Appena Pietro lo vede gli si illuminano gli occhi e gli si disegna un largo sorriso sulla faccia. Però subito questo sorriso si trasforma in una smorfia di perplessità. Appena questa persona arriva a due passi da Pietro e Pierluigi, che incuriosito rimane li ad osservare questa scena alquanto allucinante.
Pietro inizia a parlare esclamando: “ Reverendo?! Come va? Cosa ci fai qua?”
(Pierluigi pensa: ah ecco i soliti paraculati)
il Reverendo risponde: “ Salve San Pietro. Sai com'è, la sicurezza è una questione di punti di vista, anche sta volta lo spago l' abbiamo utilizzato come zavorra da tenere nello zaino eh... “
S.Pietro: “ Ma come, vi stavo guardando e procedevate così bene su per quel ghiacciaio, mi sono distratto un attimo a causa di questo pirla (Pierluigi fa una smorfia di stizza per questo appellativo) e cosa mi combini, decidi di venire a farci visita così all'improvviso, vabbè che a 110 anni sarebbe anche ora, il capo vi ha prolungato per bene la vita giù sulla terra.”
Reverendo:”Beh, si, in effetti la vecchiaia non la sentivo per niente nonostante i miei 110 anni. Quindi vuoi dire che siamo stati graziati ma perché?”
 “Il capo, suo figlio ed un po' tutti qui seguono le vostre imprese, quindi ha deciso di prolungarvi la vita, altrimenti poi che avventure seguiamo nei weekend?! Comunque sarà contento il figlio del Boss ad averti qua, poi con lui vai a fare dei bei gitoni, magari mi portate con voi un giorno che ho poco lavoro?!”
Reverendo “E perché no, vedo che vi trattate bene qua, scarponi nuovi eh? L'ultimo modello della BD?”
S.Pietro arrossisce un po' “ Sai com'è qui il Capo ci tratta bene, poi con questi sci.” E indica gli sci conficcati li vicino” il Reverendo butta un'occhiata ed esclama sorridendo “ Dalle dimensioni immagino che qui si scia solo in powder?!” “ Bravo! Hai indovinato!” Ed entrambi scoppiano in una sonora risata.
“Bene, dai documenti vedo che con l' ultima gita ti sei guadagnato anche dei crediti per la prossima vita! Poi con quella sul Großvenediger con le bici avete estinto parecchi peccati. Quindi adesso ti faccio aprire le porte del Paradiso così vai subito dal Capo, avrà di sicuro piacere a fare due chiacchiere con te!”

BumBum!! due bei pungi sulle massicce assi del portone e dopo due secondi inizia lentamente ad aprirsi. Il momento propizio è arrivato per Pierluigi, che con un sorrisetto furbo sta già pensando a come intrufolarsi all'interno, “ 'Desso co se gira sti do sciocai tiro na piena e coro...”
S.Pietro :“ Pierluigi??! Cosa ci fai ancora qui? Ti ho detto di entrare in quella porticina!”
Di colpo il sorrisetto scompare dalla faccia di Pierluigi che con aria un po' ingenua chiede “ Ma scusa S.Piero, perchè sto mona pol entrar e mi no?”
“ Perchè ti no te ga fato gnanca una gita de scialpinismo e gnanca un aperitivo d'alta quota. Oviamente no te sa cossa vol dir sburtar la bici su per salite impirade, portar tuto in schena, soto el sol che te sbrova, caminando scalzo anche sula neve, tuto per andar a far una bela sciada nela malta! Tuto oviamente col soriso. Opera degna de veri pelegrini e martiri!”
Le porte del paradiso si richiudono silenziosamente dietro lo zaino del Reverendo e lasciano spaesato il povero Pierluigi che lentamente si avvia al suo destino. Rassegnato attraversa la piccola porticina di assi di legno grezzo inchiodate e sostenute da due rugginosi e cigolanti cardini.



« Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro »   (Matteo 12,31-32)

SBORRA!

venerdì 18 gennaio 2013

Domande e (forse) Risposte


A volte, fugaci ma chiarissimi come dei lampi, certi pensieri fendono il mio animo ed io con altrettanta rapidità li caccio e a fatica li sostituisco con altri più onorevoli o semplicemente, a mio avviso più piacevoli. Sto parlando delle domande che ogni tanto sorgono spontanee mentre si sta facendo un certo tipo di attività, per esempio:  “ ma che ci faccio qui, perché tanta fatica?!”, “ma chi me lo ha fatto fare?”